Dall'Ordine Carmelitano alla Confraternita

L' Ordine dei frati Carmelitani a Cerami

Secondo notizie storiche l'Ordine Carmelitano arrivò a Cerami nel 1531.

Il convento, che faceva parte della provincia di S. Alberto, fu fondato con il concorso baronale e con il sostegno del popolo che donò le cappelle e gli altarini dell'annessa chiesa. Il luogo ove sorgeva il convento era periferico e deserto distante dall' abitato di circa 50 passi e si trovava all'incrocio delle strade dirette a Nicosia e a Lavina, li fu eretta una croce (la cosiddetta “Croce di Pietra”) che delimitava un piano a semicerchio riservato alla giurisdizione del convento.

Il convento doveva essere formato da circa undici frati e viveva di rendita di terreni e di case che possedeva grazie ai vari lasciti che il popolo donava.

A metà del XVIII sec. Il convento temeva di essere chiuso a causa di una ordinanza che prevedeva la chiusura dei conventi con un ristretto numero di frati. Per evitare lo scioglimento del convento, che tanto era di sostegno al popolo, si mossero il principe Giovanni Rosso e l'amministrazione comunale che inviarono una supplica al re specificando che il convento era composto da 11 frati di cui 5 sacerdoti e 3 laureati in filosofia e teologia , inoltre stavano insieme ai frati quattro laici. Si esponeva anche che il convento, oltre a favorire l'interesse spirituale della popolazione, aveva istituito un opera pia che assicurava, a coloro che ad essa si iscrivevano dietro versamento  settimanale di grana uno, al momento del decesso la presenza a domicilio dei frati per l'ufficio dei defunti, il suono delle campane, la messa di requiem cantata e la sepoltura. A sottolineare la prosperità del convento e di conseguenza il riflesso positivo sull'economia del paese, la lettera specificava che il convento si stava allargando con un nuovo refettorio e con altre 12 stanze e che inoltre la chiesa era in via di restauro.

Il XVIII sec. fu, quindi, per il convento un periodo molto prospero grazie soprattutto ai vari lasciti  di censi da parte della popolazione.

Purtroppo  dopo l'unità  d'Italia un altro problema venne a sconvolgere le abitudini religiose della comunità Ceramese. Sulla scia del nuovo indirizzo politico, diretto ad equilibrare l'assetto economico del paese, venne emanata la legge del 10 agosto 1862, avente lo scopo di togliere dalla miseria migliaia di famiglie. La legge scioglieva conventi e monasteri e liquidava il patrimonio degli enti ecclesiastici in modo da formare tanti piccoli proprietari o per creare scuole.

La legge sconvolse la tranquillità dei frati che dovettero trasferirsi, dopo il 1866, in altri luoghi sacri o  dovettero rientrare nelle loro famiglie; si spegneva cosi uno dei centri di vita cristiana  di Cerami e  si spegneva anche uno dei centri di carità che per moltissimi poveri rappresentava la certezza  di una scodella di minestra.     

 

La Confraternita di Maria SS del Carmelo

I frati carmelitani avevano di certo lasciato un'impronta abbastanza marcata nella memoria dei Ceramesi, tanto che nel 1902, un gruppo di devoti, forse tutti appartenenti alla parte bassa del paese,  pensò di fondare una confraternita sotto il titolo di Maria SS. del Carmelo. Le altre tre confraternite (S. Michele Arc., S. Antonio Ab. e S. Sebastiano M.), già esistenti a Cerami, operavano infatti nella parte alta del paese, mentre tutta la parte bassa  di recente sviluppo che era sprovvista  di chiese funzionanti (la chiesa del Carmine dal momento che i frati non c'erano più era rimasta chiusa al culto), si strinse proprio attorno alla chiesa del Carmine, passata nelle mani dello Stato, che nel secolo passato aveva rappresentato, per impulso  dei Frati dell'Ordine Carmelitano, un florido punto di riferimento per la comunità, sia dal punto di vista religioso, che dal punto di vista civile.

La nuova confraternita,  che ben presto diventò molto numerosa, diede nuovo impulso alle celebrazioni in onore della Madonna del Carmine, svolte sino a un trentennio addietro dai frati dell'Ordine. Anche se non sappiamo con certezza se vi era una manifestazione esterna, sicuramente dovevano celebrarsi messe solenni in onore di Maria del Carmelo che avevano  un'importante risonanza tanto che, ancora dopo i trent'anni successivi allo scioglimento del convento, la gente sentiva il bisogno di celebrare tale ricorrenza in maniera particolare.

Oggi la confraternita è composta da 330 iscritti, di cui 250  sono i Confrati e 80 le  Consorelle. L'ammissione è aperta ai fedeli d'ambo i sessi, e non a gente di cattiva fama. Essa si propone di diffondere i più alti valori della cristianità,  di promuovere tra i confrati una vita cristiana esemplare, con le pratiche di pietà e la frequenza ai SS Sacramenti, tramite opportune catechesi e riti spirituali. La confraternita si propone anche di aiutare i confratelli bisognosi, curare l'assistenza dei confrati gravemente malati e di accompagnare i confrati defunti alla sepoltura e di suffragarne l'anima.

Inoltre i confrati sono tenuti a partecipare alle  tradizionali processioni, con menzione particolare per  i riti della Settimana santa , per la festa del Corpus Domini e per la processione della reliquia di san Simone.