GLI INTERNI
Oltrepassato il portone d’ingresso quello che si presenta a noi è una sala a navata unica, a semplice pianta rettangolare (a pianta semplice), che si conclude in fondo con un piccolo presbiterio. La sala si mostra a noi ampiamente decorata, ricca di stucchi risalenti all’epoca tardo-barocca e cioè durante i lavori del 1769. La chiesa del Carmine è l’unica chiesa in Cerami ad avere una volta di forma ellittica costruita in cannicciata. La decorazione a stucchi, molto più preponderante nelle chiese degli ordini regolari proprio per simboleggiare la priorità del sentimento interiore e la presenza del divino che si poteva respirare all’interno dei conventi rispetto agli ambienti religiosi secolari, fu una “moda” architettonica, se così potremmo definirla, che si sostituì a quello che era il vecchio, ma altrettanto importante, splendore decorativo del secolo precedente di cui oggi, dopo i recenti restauri, possiamo assaggiare alcune parti negli interni. Possiamo infatti immaginare che dietro gli splendidi stucchi, dietro le lesene, i putti e le cornici, si nasconda a noi un mondo decorativo altrettanto ricco e splendido, intriso di un valore sicuramente più superiore, ma che viene a noi celato da quella che era la bizzarria artistica del barocco che con false finestre, fregi e presenze divine statuarie riusciva ad essere prevalente alla stessa struttura architettonica, cosicché la forma, cioè la decorazione, aveva il sopravvento sulla funzione, cioè la struttura.
Nel presbiterio di modeste dimensioni vi è un altare a muro, con Custodia Eucaristica, in marmi policromi risalente agli anni ‘60; sopra di esso un maestosa scenografia di colonne tortili in stucco con foglie di vite e grappoli d’uva che si intrecciano, custodiscono i venerati Simulacri della Madonna del Carmelo e di San Simone Stock. Al di sopra, nella volta, un meraviglioso affresco, che avrebbe bisogno di urgenti restauri, rappresenta l’ingresso di Maria SS al cielo nella gloria della Trinità, fra gli angeli e i santi Arcangeli. Nelle pareti laterali della navata, subito prima del presbiterio, abbiamo l’altare di Santa Rita e quello del Cristo Risorto: le due statue, del XX sec., nonostante non siano di pregevole fattura, sono conservate in buono stato e questo grazie alla cura che la Confraternita vi ha prestato restaurandole nell’anno 2007.
All’interno della sala l’altare che va menzionato più di tutti è il secondo a sinistra dove un meraviglioso Crocifisso, opera lignea del frate francescano Fra’ Umile da Petralia, ci invita alla riflessione del mistero della Passione di Cristo.
Durante i lavori di restauro del 2006-2008, scorticando alcune pareti sono venute alla luce, come accennato prima, alcune parti decorative del XVII sec. Vanno citate a ciò le due colonne di pietra all’ingresso e gli intarsi in pietra locale, rappresentanti figure di animali dagli strani corpi, dell’altare del Cristo Risorto. I lavori hanno toccato anche la pavimentazione sostituendo il vecchio e ormai obsoleto pavimento degli anno ‘60. Importanti sono stati poi i lavori portati a termine nel tetto dove la sostituzione delle vecchie capriate garantiscono l’incolumità della pregevole volta con pregevoli decori a stucchi, dorati con foglia in oro.
Oggi a noi resta ben poco di quello che era l’impianto e la sistemazione originaria della sala liturgica, si parla infatti di molti più altari rispetto a quelle che possiamo contare e addirittura si sa che il pulpito fu abbattuto.
Quello che possiamo dire è che la Chiesa della Madonna del Carmelo, grosso punto di riferimento per la popolazione ceramese di ogni tempo, doveva splendere in tempi addietro più dello splendore che noi oggi possiamo ammirare.